COME TI RINNOVO LA PIEGATRICE A BANDIERA
La piegatrice a
bandiera è una macchina utensile per lamiera a molti sconosciuta.
È utilizzata in
lattoneria,
ovvero quello
specifico settore dove si lavorano fogli metallici sottili
per la produzione di canaline,
grondaie, condotti di aspirazione e molti altri oggetti.
Per chi è avvezzo all’utilizzo
delle diffusissime “press brake”, le presse piegatrici comuni, possono
risultare piuttosto stravaganti nel loro funzionamento e nel concetto di
lavorazione attorno a cui operano:
- Innanzitutto sono formate solitamente da una struttura portante molto larga e da dei
“bracci” a intervalli regolari che le fanno somigliare ad un’enorme
mollettone per capelli.
- E poi sono dotate
di più assi di movimento che servono a regolare la lunghezza dei lati
piegati e l’angolo stesso di piegatura.
Le presse piegatrici a bandiera sono
piuttosto versatili e, come capita
spesso nelle lavorazioni di piegatura della lamiera, hanno bisogno di una certa dose di fantasia ed esperienza da parte
degli operatori per poter essere utilizzate al meglio.
Le piegatrici a bandiera, da un
certo punto di vista, sono macchine che si prestano molto bene ad essere ricondizionate con un retrofitting
specifico.
Perché?
Perché, soprattutto quelle che
contano diversi anni all’attivo, sono state progettate in un periodo in cui il sovradimensionamento meccanico in
progettazione era l’ordine del giorno!
Mi spiego:
quando il mercato era meno
frenetico e competitivo e i margini delle aziende produttrici di macchine
utensili era molto più ampio, curiosamente era anche difficile reperire ingegneri.
Ti starai chiedendo, per cui?
La tendenza diffusa era quella di
progettare macchine ad “esperienza”,
dotate di una struttura molto più
robusta del necessario in modo da garantire la durata nel tempo e quindi la
garanzia di una lunga affidabilità, sinonimo ieri e oggi di qualità.
Quante volte hai visto non solo
macchine utensili, ma anche oggetti di uso comune dotati di “corazze”
strutturali perfettamente integre anche dopo decenni?
Tipico esempio è il phon della nonna che dagli anni ’60 va
ancora come un violino!
Consuma come una luna park, non
ha sicurezze, il filo con la guaina di tela è un po’ sfilacciato, ma la cassa
di fusione di alluminio e la bachelite arancione sono come nuovi e così il
motore elettrico e la resistenza.
Per contro, lo stesso oggetto comprato nel 2007, per esempio, (ammesso che sia
sopravvissuto) difficilmente vivrà altri
quarant’anni incolume!
Senza tuttavia generalizzare, assistiamo allo stesso
fenomeno con le presso piegatrici a bandiera:
la loro obsolescenza
riguarda quasi sempre esclusivamente
la sicurezza, l’elettronica e i sistemi di
controllo.
Aggiungiamo anche il fatto che
una piegatrice a bandiera è pensata per lavorare lamiere sottili, quindi gli sforzi a cui è sottoposta sono relativamente blandi e quasi mai
fortemente concentrati in zone ridotte.
Quest’ultima è una delle pecche
meccaniche che spesso affligge le presse piegatrici classiche:
le sollecitazioni concentrate in aree molto ristrette possono averle
deformate impedendo loro di lavorare come si deve.
E quindi cosa si può fare?
C’è anche il bisogno di una profonda revisione meccanica che
non sempre rende il retrofitting vantaggioso a maggior ragione su macchine di
piccola dimensione.
Quindi, in breve,
parlando delle presse piegatrici a bandiera,
il ricondizionamento
risulta veramente una strada
estremamente vantaggiosa
per portarsi a casa una macchina praticamente nuova e con un investimento
assolutamente senza
paragoni.
Il primo esempio che mi viene è:
hai in mente il Folletto della Vorwerk?
È un elettrodomestico amato da
molti, ma che indubbiamente ha un costo impegnativo…
Se il tuo, completo di tutti gli accessori,
fosse vecchio di vent’anni l’avresti pagato una fortuna al suo tempo!
Se subisse un guasto ad un componente fuori produzione e che
nessuno vende più: cosa faresti?
A) Spenderesti
1’800-2’000 Euro per il nuovo Folletto
VK150 completo di accessori come era il tuo?
B) Potresti
ripiegheresti su una cinesata da 100 Euro
che già sai che lancerai presto con rabbia all’isola ecologica.
C) Per
un prezzo simile ti affideresti ad un
professionista che fa in casa il componente guastato e ne garantisce il
funzionamento oltre a revisionarlo tutto
e renderlo come nuovo.
Ora:
- Se sei
ricco e ti annoi alla vista degli stessi oggetti e vuoi spendere, vada per la A: scelta legittima ma non proprio
alla portata di tutti.
- Se invece la
frenesia del risparmio e l’illusione di aver fatto un affare azzerano ogni
tua capacità analitica, la B è la tua opzione.
- Se, infine, più che tirchio sei lungimirante e attento, aperto di mentalità e sempre in cerca
delle soluzioni meno ovvie, benvenuto! Ti presento l’opzione C!
Bene!
È il momento di accompagnarti in
un breve viaggio che ti mostrerà cosa si può fare con una presso piegatrice a
bandiera rendendola splendente e affidabile; proprio come appena comprata.
ATTENZIONE PERÒ!!!
Questo tipo di interventi possono essere svolti esclusivamente da
personale altamente specializzato.
Non tutti sono in grado di farsi
in casa:
- una revisione
meccanica ad hoc
- un quadro
elettrico in regola con le ultimissime norme di sicurezze
- e, dulcis in fundo, un software di controllo touch screen semplice e intuitivo.
Per questo ogni cosa va fatta da chi se ne intende: un team preparato e
composto da “giocatori” di alto livello, ognuno nel proprio ruolo.
Dunque, esaminiamo l’intervento fatto
da Triveneta Impianti questa settimana:
1) REVISIONE
DEL QUADRO ELETTRICO.
In questo intervento è stato
installato un modulo di sicurezza
ridondante che rende affidabile ai massimi livelli la piegatrice a
bandiera.
Ma cosa significa “sicurezza
ridondante”?
Semplice: porsi nelle condizioni
in cui non può esserci fisicamente una
condizione in cui la sicurezza venga meno. Questo lo si ottiene mediante un
sistema complesso di dispositivi che escludono tutte le casistiche di pericolo.
Abbiamo ampliamente parlato di questo
argomento nel post LA SICUREZZA CHE NON INTRALCIA: esempio pratico di cosaaumenta la sicurezza senza impacciare il lavoro.
2) REVISIONE
DEL REGISTRO.
Si tratta di quel componente
della piegatrice a bandiera che regola
la lunghezza dei lembi piegati.
È un intervento di tipo meccanico e ha a che fare con:
-
la sostituzione delle cinghie
-
la revisione degli alberi di trasmissione del
moto
-
e finezza tipica dei “top player” la
sostituzione dei vecchi carter zincati con dei nuovi ridisegnati e piegati a
misura.
3) CONTROLLO
NUMERICO.
Se prima non bastava, siamo
andati a sviluppare un software di
gestione proprietario, facile e intuitivo e con comandi touch screen.
Ma non contenti diciamo: non solo il diavolo sta nei dettagli, anche
la qualità!
Il box che contiene il controllo
della presso piegatrice a bandiera da noi revisionata, è realizzato da un unico
pezzo disegnato, piegato e saldato in casa con una linea originale e una
robustezza senza paragoni.
4) In tutto ciò aggiungo il fatto che è stato
fatto il MANTENIMENTO DELLE MODALITÀ
OPERATIVE DELLE PEDALIERE.
Secondo te un lavoro del genere
può essere fatto da tutti?
Tornando all’opzione C del
Folletto Vorwerk, osserviamo come la possiamo trasferire sulla scelta di una
piegatrice a bandiera:
se spieghiamo nei dettagli gli
interventi e il perché sono così affidabili, capiamo come è incomprensibile non
optare per l’acquisto di una macchina ricondizionata (o, se preferisci,
retrofittata) o per far ricondizionare la tua!
A voi lettori l’ardua sentenza... che potete esprimere anche sul video!
Iscriviti al canale YouTube di Triveneta Impianti
per vedere le nostre innovazioni e i nostri interventi!
Se hai letto fino in fondo questo
articolo è perché, forse, ti trovi nella situazione di dover cambiare la tua
attempata pressa piegatrice a bandiera o di farla riparare…
Bene, se vuoi godere di tutti i vantaggi (economici, di efficienza e
sicurezza) che un retrofitting a regola d’arte ti offre, scrivi a enrico@trivenetaimpianti.com
e visitate la pagina Facebook Adeguamento Sicuro.
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