LA TUA PRESSA? IL TUO CENTRO BENESSERE! - Lavorare in modo corretto senza spaccarsi la schiena


Tutti tendiamo ad avere una concezione di sicurezza piuttosto circoscritta
e focalizzata all'infortunio più o meno grave che può accadere in ogni ambito lavorativo e non.


Ma la sicurezza sul lavoro è solo prevenzione dell’infortunio?


In generale significa incolumità, ma anche salute del corpo in senso lato, quella stessa salute che ci consente di muoverci e vivere bene e per quello che riguarda la nostra solita tematica, lavorare senza impedimenti e impedire che il nostro lavoro crei disagi a noi.

E qui parte un'osservazione: non credi che il concetto di sicurezza vada esteso a tutte quelle situazioni che rappresentano un pericolo per la salute se prolungate nel tempo?

Mi spiego meglio con un esempio terra-terra.
Quali sono su un'auto i dispositivi di sicurezza? Le cinture, gli airbag, le barre anti-intrusione nelle portiere, l'ESP, l'ABS e tutti quei sistemi hardware o software che ci mettono, in una certa misura, al riparo dai pericoli.

Ma allarghiamo le nostre vedute: il sedile?

Se facciamo molti chilometri all'anno, anche il sedile diventa un dispositivo di sicurezza, in quanto deve essere comodo, ergonomico e in un certo modo "ortopedico": pena dei dolori alla schiena che possono sfociare in problematiche ben più fastidiose.
E se abbiamo mal di schiena non siamo in salute, quindi non siamo efficienti e ci girano pure...

E che c'entra con le macchine utensili???
C’entra con la ricerca dell'ergonomia.

L'operatore bravo non è solo colui che fa un pezzo bene, ma anche colui che ci mette il giusto tempo, che sbaglia poco o pochissimo, che sistema i pezzi in ordine per la fase successiva, che li conta e che avvisa se ha riscontrato qualche problema.

Il tutto senza spezzarsi la schiena, farsi male o fare ogni giorno la Maratona di New York.

Insomma, è colui che ricerca costantemente nella propria mansione e nella propria area di lavoro l'armonia e la velocità intelligente, quella che si chiama efficienza.

Basta molto meno di quanto si crede per essere efficienti.

Innanzitutto i disegni: devono arrivare con i pezzi, letti attentamente e messi sempre nello stesso posto per essere consultati rapidamente.

 I pezzi, nel limite del possibile devono essere avvicinati per un prelievo comodo e rapido, alla giusta altezza.

Non si deve usare la pedaliera sempre con la stessa gamba: se ci sono centinaia di pezzi da fare in piedi la postura ne risente e non poco!
Caricare su una gamba sola quasi tutto il peso per oltre otto ore al giorno fa male: siamo uomini, non fenicotteri!

E poi, forse, il capitolo più scottante: gli utensili.
Risponderci intelligentemente e sinceramente alle seguenti domande può aiutarci a trasformare il caos divoratore di risorse in efficienza:

1. Chi ha gli utensili? Ossia, sono condivisi o servono una sola macchina?
2. Se condivisi, siamo certi che si trovino vicini all'operatore che li utilizza di più?
3. Quali sono quelli maggiormente utilizzati?
4. Sono i più veloci da prelevare?
5. Sono alla giusta altezza d'uomo?
6. I punzoni li dovete capovolgere ogni volta per montarli?
7. Gli operatori fanno viaggi continui avanti e indietro per prelevare un frazionato o due al massimo per volta?

Migliorando questi punti si posso trarre benefici davvero utili, sia dal punto di vista dell'efficienza che della sicurezza sul lavoro, in quanto:

-  l'operatore ogni volta che si sposta nel caos di pezzi e bancali rischia di cadere per terra come un tappetino da bagno
- l'utensile riposto troppo in basso o in posizione scomoda, specie se un piega-schiaccia da 40 kg, mette a dura prova la colonna vertebrale che si tendono come giunchi
- lo stesso trasporto dell'utensile aumenta notevolmente il rischio d'inciampo con conseguenze oscure per il povero operatore
- il dover capovolgere per forza i punzoni per montarli, specie negli operatori poco esperti che, notoriamente, si sentono dei provetti giocolieri, può causarne la caduta con il loro conseguente danneggiamento o, nella peggiore delle ipotesi, con il ferimento delle parti basse dell'operaio distratto e/o acrobata mancato.

Tipico infortunio da sottovalutazione del rischio caduta dell'utensile (in gergo detto "boiata") è infatti la dolorosissima scanalatura del collo del piede che lo rende della forma perfetta per accogliere un iPhone.
Questo avviene perché da sempre, quando qualcosa di pesante cade su un piede, al cospetto della scarpa anti-infortunistica, cambia la sua traiettoria spostandosi dalla punta all'interno, per colpire la parte non protetta.




Ci sono allo studio dei sistemi che, nella loro semplicità, intervengono a eliminare gran parte di quelle condizioni di pericolo e inefficienza che spessissimo campeggiano nei reparti di piegatura delle aziende metalmeccaniche, tutto questo e altro ancora presto sul blog!




Continua a seguirci e se ti va descrivi nei commenti la situazione di caos infernale o di centro benessere della tua azienda.


Hai altri consigli da dare per evitare di spezzarsi la schiena alla pressa? 


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